Determinazione del coefficiente di ammortamento di un impianto olivicolo ad alta densità

Il modello ad alta densità di produzione dell’olio d’oliva

L’approccio dell’alta densità è abbastanza consolidato (circa 15 anni di storia) in aree geografiche come la Spagna, il Portogallo e il Nord Africa, con più di 200.000 ettari dedicati alla coltivazione super-intensiva di olive. Tuttavia, la produzione super-intensiva rappresenta una minuscola porzione (circa il 3%) degli ettari coltivati a olive: le coltivazioni tradizionali coprono più di 7 milioni di ettari nel mondo.

La produzione super-intensiva delle olive è caratterizzata dall’uso di un tipo particolare di piante, selezionate nell’arco di anni per restare contenute nello sviluppo vegetativo. Questo permette la meccanizzazione di raccolta e potatura.

Queste caratteristiche particolari permettono una maggiore densità di piante di minori dimensioni: 1.600- 2.220 piante/ettaro vs. 300 piante/ettaro per gli oliveti tradizionali.

SEESTI DI IMPIANTO:

  • Oliana – 4 x 1,2
  • 07 – 4 x 1,5
  • Lecciana – 4 x 1,5
  • Koroneiki – 4 x 1,5
  • Sikitita – 4 x 1,5
  • Arbequina – 4 x 1,5
  • FS 17 – 4 x 1,8
  • Don Carlo – 4 x 2,2

Queste piante sono vendute da diversi grandi produttori specializzati, principalmente spagnoli. Le piante vengono acquistate pronte per essere piantate e, seguendo un protocollo standardizzato, vengono cresciute per diventare produttive in 2,5 anni.

La produzione super-intensiva è inoltre caratterizzata da una gestione industriale delle operazioni lungo tutto il processo: piantumazione, irrigazione, potatura, raccolta e molitura.

Ammortamento di un impianto di olivo ad alta densità.

Al fine di incentivare, sulla falsa riga delle norme agevolative del super ammortamento, gli investimenti in colture arboree pluriennali (vigneti, frutteti, etc), l’art. 1, comma 509 della Legge di Bilancio 2020 prevede un incremento del 20% del costo sostenuto per la realizzazione di nuovi impianti, incrementando di conseguenza la quota deducibile annuale quale spesa relativa a più esercizi, ai fini del reddito d’impresa, atteso che a norma dell’art. 108, c.1, del TUIR le spese relative a tali tipologie di beni pluriennali si deducono in funzione della vita utile degli stessi impianti (es. 15 anni per vigneti, 20 anni per frutteti, etc., come stabilito dalla Circolare Ministero finanze nr. 11/1991 e n. 98/2000), in considerazione della in mancanza delle apposite voci nella tabella dei coefficienti di ammortamento di cui al D.M. 31.12.88.

In economia, l’ammortamento è una procedura tecnico-contabile attraverso la quale si ripartisce nei   vari esercizi l’onere del deperimento e del consumo relativo alla utilizzazione di beni strumentali di durata pluriennale.

Ciò premesso, si rammenta che i terreni, ancorché assolvano ad una funzione di strumentalità nell’esercizio delle attività, non sono ammortizzabili, atteso che, per la loro natura, non sono suscettibili di deperimento e consumo.

Relativamente ai costi di messa in opera di oliveti, si precisa che gli stessi non sono ammortizzabili secondo i criteri ordinari ma, rientrando tra le spese relative a più esercizi, sono deducibili secondo la regola stabilita dall’art. 108, comma 3, del TUIR.

In economia agraria la quota di ammortamento annuale della piantagione viene calcolata in modo “lineare”, in base al rapporto tra il costo di impianto e la durata economica dell’impianto.

L’Europa nel 1965 ha istituito una Rete d’informazione contabile agricola (RICA) sui redditi e sull’economia delle aziende agricole nella Comunità economica europea.

Il Regolamento (CEE) n. 2237/77 della Commissione, del 23 settembre 1977, relativo alla scheda aziendale da utilizzare per la constatazione dei redditi nelle aziende agricole, pone le basi per il calcolo e la classificazione economica delle aziende agricole in maniera uniforme.

In tale Regolamento del 1977, nel paragrafo “ammortamenti delle piantagioni” è presente una tabella con i vari coefficienti di ammortamento a seconda del tipo di impianto.

E’ presente l’olivo, ma di tipo tradizionale, che presenta coefficienti che variano dal 2% al 5% (a seconda della tipologia di pianta) e quindi un ammortamento che varia da 50 ai 20 anni.

L’oliveto ad alta densità non è una piantagione contemplata essendo un modello produttivo di recente adozione.

Tuttavia, facendo sempre riferimento alla tabella, un meleto allevato con un numero di piante ettaro tra 750 e i 1.500 ha un coefficiente di ammortamento del 8%, pari quindi a 12,5 anni; mentre con più di 1.500 alberi/ettaro ha un coefficiente di ammortamento del 10%, pari quindi a 10 anni.

Un pereto allevato a palmetta o fusetto[1] e quindi in modo intensivo (più di 1000 piante ad ettaro), ha un coefficiente di ammortamento del 6%, ovvero di circa 16 anni.

Un ciliegeto e un corioleto del 7%.

Conclusioni

Alla luce di quanto detto sopra, un impianto di un oliveto super intensivo, con sesti di impianto che vanno dai 3-4 m di distanza da un filare all’altro e da 1-1,5 m tra le piante e quindi una densità di impianto superiore alle 1.600 piante/ha, può essere paragonato a quello di un pereto o meleto e attribuirgli un coefficiente di ammortamento del 6,5% ovvero di 15 anni.

Tale durata di ammortamento viene anche riportata in letteratura nei diversi studi o ricerche di settore da esperti del settore come è possibile verificare nel paragrafo successivo

Bibliografia e Sitografia

Di seguito alcuni studi e articoli di riviste specializzate nei quali si parla della durata di un impianto di olivi ad alta densità.

Moderni modelli olivicoli

Autori: Franco Famiani e Riccardo Gucci – 2011

[…Al momento, non essendo disponibili dati sullo sviluppo delle piante e sulle loro produzioni per l’intero ciclo di vita di un impianto superintensivo, non è possibile dare indicazioni precise e certe sulla durata economica di questi impianti.

Tuttavia, sulla base delle informazioni acquisite si stima che la loro durata possa essere di circa 15 anni. Per rinnovare tali oliveti, oltre al re-impianto, vengono proposti tre metodi…]

COMPARATIVE STUDY OF THE ECONOMIC VIABILITY OF HIGH AND SUPER-HIGH-DENSITY OLIVE ORCHARDS IN SPAIN

Authors: E. Freixa , J.M. Gil, J. Tous, J.F. Hermoso

This study performs a comparative analysis to evaluate the economic performance of two alternative production systems in the olive sector that have received a great deal of attention in the last years, from both researchers and olive oil decision groups, named intensive/high-density (HD) and super-high-density (SHD) systems. While, in average terms, intensive/high- density orchards are characterized by densities between 250 and 700 trees per ha, super-high-density orchards can present densities over 1,500 trees/ha (the hedgerow system). The average full yield in highdensity systems is around 6,000 kg/ha in rainfed orchards reaching about 10,000 kg/ha in irrigated land (normally using mechanical harvesting by trunk shakers). In the second alternative (SHD), similar yields are obtained although sooner than in the first system. However, the economic life of the SHD is shorter (around 15 years, while in the intensive system it can be more than 30 years) due to the lack of space and the competition among trees for light and ventilation inside the canopies. The data used in this study come from three alternative sources: 1) bibliographic review; 2) a questionnaire addressed to farmers; and 3) personal interviews with specialists in olive growing. These valuable information sources allowed us to gather the production costs and income from four alternative production systems: one intensive orchard (harvested with trunk shakers), two high-density orchards (harvested with Colossus and Colossus S) and one super-high-density field with a grape harvester. The economic assessment is evaluated through the Net Present Value (NPV) and the Internal Rate of Return (IRR, %), taking into account that the economic lives of the different alternatives are not the same. The results indicate that high-density economic ratios are more profitable than super-high-density ratios. However, the latter could be the most profitable option in large orchards with short-term investments, full harvest mechanization and reduced labor requirements.

http://www.esenciadeolivo.es/cultura-del-olivo/cultivo/sistemas-de-cultivo-del-olivo/


[1] La “palmetta” è una forma di allevamento appiattita in cui lo scheletro della pianta presenta un asse centrale e 2 o 3 palchi di branche primarie, che si scelgono tra quelle che si formano nel senso della larghezza e non nello spessore (nel frutteto non devono andare verso l’interfilare ma restare lungo il filare)

Il “fusetto” presenta una struttura principale formata da un asse centrale. Su questa vengono fatte sviluppare 4-6 branche laterali, ad un’altezza di 50-80 cm, inclinate di circa 45 – 50 gradi.

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